Un giorno un baffo: 23 Marzo, Ugo Tognazzi

Ugo Tognazzi

Il nostro peloso tributo a uno dei mostri della commedia italiana che ha sempre ostentato con orgoglio il folto mustacchio donatogli da madre natura

Ugo Tognazzi

Il baffo che vi presentiamo oggi è il celeberrimo Ugo Tognazzi, nato proprio il 23 Marzo del 1922 a Cremona.
Tognazzi, a causa del lavoro del padre da ispettore per una società assicurativa, passa la gran parte della sua infanzia in varie città italiane, ritornando poi quattordicenne nella città natia dove lavorerà come commesso per il salumificio Negroni. Prende parte alla seconda guerra mondiale, organizzando vari spettacoli per divertire le truppe e conquistandosi i primi estimatori. Dopo l’8 Settembre ’43 iniziò a lavorare come archivista ed entrò a far parte delle Brigate Nere di Pavolini. La passione per lo spettacolo lo porterà però a cambiare lavoro nel ’45 e a trasferirsi a Milano dove, grazie ad un inizio incoraggiante presso la compagnia teatrale di Wanda Osiris, farà il suo ingresso nel grande schermo nel ’50 con il film “I cadetti di Guascogna”, al fianco di Walter Chiari e diretto da Mario Mattoli.
L’anno successivo incontrerà l’amico fraterno Raimondo Vianello, con il quale formerà uno strepitoso duo comico al servizio della neonata Rai tv dal 1954 al 1960.

Il programma verrà tolto dal palinsesto dopo una battuta di satira politica sul presidente Gronchi e De Gaulle. Tognazzi dagli anni ’60 inizia a lavorare su film della commedia italiana, dando un fondamentale apporto al genere, svecchiando dei canoni ormai del tutto superati, come nei film “Il mantenuto”, “Sissignore” o le trilogie “Amici miei” e “Il vizietto”, ma non disdegnerà neanche i film d’autore. Dopo aver dedicato gran parte degli ultimi anni della sua vita teatro, morirà nel sonno il 27 Ottobre del 1990 dopo aver sofferto un lungo periodo depressivo.
Oltre che un personaggio goliardico e fuori dal comune, Tognazzi è stato un famosissimo tombeur de femmes, capace di conquistare alcune delle più belle attrici dell’epoca, basti pensare alle relazioni con Pat O’Hara, Margarete Robsahm e la sua ultima moglie nonchè donna della sua vita Franca Bettoja.
Il baffo “Tognazziano” senza dubbio rappresenta l’animo di colui che lo portava: simpatico, sbarazzino, menefreghista, capace di far sorridere o riflettere lo spettatore con un semplice movimento del pelo. Guardando meglio il baffo poi scorgeremo senza dubbio una certa eleganza e fascino, frutto dell’eccezionale savoir faire del personaggio che lo indossò.

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